Via libera dall’Osservatorio fitosanitario nazionale alla richiesta di deroga della Regione Puglia al regolamento comunitario con cui si autorizza l’impianto in zona infetta di mandorlo e ciliegio, di tutti i citrus e prunus per iniziare a programmare la diversificazione colturale in Salento, dopo il disastro causato dalla Xylella Fastidiosa che ha colpito 21 milioni di ulivi. Coldiretti Puglia esprime plauso al pressing esercitato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, dal capo dell’Osservatorio fitosanitario regionale, Salvatore Infantino e da Donato Boscia, responsabile della sede di Bari dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR e da tutti gli enti di ricerca che in maniera sinergica e corale hanno portato avanti le istanze di Coldiretti e del mondo agricolo e produttivo pugliese.
“E’ possibile l’impianto perché le piante specificate si sono dimostrate resistenti o immuni all’organismo nocivo, in base ad attività di ricerca svolte almeno negli ultimi due anni e piantate nelle zone infette in cui si opera l’eradicazione, e ciò riguarda agrumi, il pesco, l’albicocco, il susino, il mandorlo”, esulta il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
In uno scenario lunare fatto di migliaia di ulivi secchi ancora da eradicare, si stagliano rigogliosi i mandorli, ma anche gli albicocchi, esempi di ‘resilienza’ alla Xylella fastidiosa in area infetta, testimoni che la diversificazione colturale è possibile e opportuna, per non condannare le province di Lecce, Brindisi e Taranto a una monocoltura, con il rischio che un organismo alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella che ha compromesso il 40% del patrimonio olivicolo della regione Puglia.
Le indagini diagnostiche sulle piante delle varietà di ciliegio dolce e mandorlo selezionate per esempio, a seguito dell’esposizione sia all’inoculo artificiale sia ad adulti di sputacchina con elevata incidenza di infezioni di Xylella fastidiosa, hanno dimostrato – rileva Coldiretti Puglia sulla scorta dello studio scientifico dell’IPSP del CNR di Bari – che la presenza del batterio risulta in media inferiore all’11% su mandorli e ciliegi. Questo dato confrontato con quanto ottenuto nelle tesi con piante di olivo, con la media di piante infette del 74,43%, indica una percentuale significativamente più bassa di infezione di mandorlo e ciliegio.
“Vitale aprire all’impianto anche di altre specie arboree per poter utilizzare al meglio i 25 milioni di euro messi a disposizione verso altre colture dal Piano anti Xylella dei 300 milioni di euro e dare una iniezione di risorse alla ricerca con i 20 milioni di euro da destinare agli studi scientifici e alla sperimentazione per ricostruire al meglio il patrimonio produttivo e paesaggistico del 40% della regione colpita dalla Xylella”, insiste Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.
Il mandorlo è da tempo considerato resistente e tollerante – riferisce Coldiretti Puglia - in una misura almeno uguale, se non superiore, alle varietà di olivo resistenti, per le quali è autorizzato l’impianto, secondo gli studi del CNR di Bari, mentre gli agrumi, il pesco, l’albicocco ed il susino sono risultate immuni alla Xylella fastidiosa sottospecie pauca da prove scientifiche del CNR di Bari, già ampiamente validate nel 2016 e quindi anche prima dei due anni richiesti dal regolamento. E’ indispensabile liberalizzare i reimpianti – insiste Coldiretti Puglia - con l'adeguata diversificazione colturale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, perché la ricerca ha dimostrato che altre varietà hanno caratteri di resistenza non dissimili da quelle delle varietà di olivo resistenti.
“Abbiamo chiesto, tra l’altro, su chiara indicazione degli agricoltori della provincia di Lecce – aggiunge il presidente Cantele – di inserire nell’elenco delle colture arboree da frutto, oltre ad agrumi e prunus, anche avocado, mango, papaia, more, mirtilli e lamponi, oltre alle specie boschive, anche da reddito, al fine di prevedere degli interventi di carattere forestale, paesaggistico-ambientale, per le aree più marginali che già in passato erano associate a bosco o macchia mediterranea”. Resta da ottenere la deroga da parte del MIBACT all’impianto anche in area a vincolo ‘dove vige l’obbligo di piantare solo ulivi, perché non possiamo condannare alcun zone nuovamente ad una monocoltura”, conclude il presidente Cantele.
Tutto ciò – aggiunge la Coldiretti Puglia – è utile a permettere il ripristino e la nuova creazione di riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto turistico sull’area infetta da Xylella che in Puglia ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta i cui attori potranno essere – conclude Coldiretti Puglia - se opportunamente incentivati, i consorzi forestali capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali.