9 Dicembre 2024
VINO: SCATTA PROROGA DI TRE ANNI DIRITTI IMPIANTO VIGNETI

Scatta la proroga di tre anni su tutto il territorio nazionale dei diritti di impianto in scadenza nel 2024 e 2025, dando ai produttori l’opportunità di rinunciare ai diritti senza dover pagare sanzioni per il mancato utilizzo. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al decreto del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare che estende in tutte le regioni il regolamento delegato 2159 del 12 agosto 2024.

Si tratta di un intervento che viene incontro alle difficoltà del settore vitivinicolo che sta attraversando una fase complessa, sia per le conseguenze dirette e indirette dei cambiamenti climatici, sia per le modifiche della domanda  in Italia e a livello internazionale, afferma Coldiretti Puglia sulla base di un report dell’Ismea che comunque conferma il primato del vino italiano. Ma i consumi languono   per il calo della domanda e per le difficoltà del mercato estero che hanno comportato una flessione degli scambi. ll settore sta inoltre subendo in modo particolare e ingiustamente la nuova ondata demonizzazione degli alcolici.

La contrazione dei consumi interni, unita a una domanda estera che non si sviluppa secondo le aspettative di qualche anno fa – spiega Ismea nel report  – ha fatto aumentare le giacenze, che in alcuni anni, come il 2023, a inizio campagna si sono attestate addirittura al di sopra della produzione collocandosi oltre i 50 milioni di ettolitri. Una cartina al tornasole delle criticità è il mancato utilizzo delle risorse soprattutto quelle relative  a ristrutturazione,  riconversione, investimenti e promozione. In rallentamento anche l’impiego dei diritti di impianto. Da qui la considerazione  che bisogna venire incontro alle esigenze dei produttori.

Intanto, sono 38 i vini DOP e IGP che posizionano la Puglia al quinto posto in Italia per prodotti certificati con un valore di 631 milioni di euro pari al 93,1% del paniere IG del Paese – afferma coldiretti Puglia - un gradimento che i consumatori confermano anche sul fronte della qualità, facendola salire al quarto posto della top ten delle regioni con i vini rosati e al quinto per i vini rossi.

“Proprio rispetto al calo dei consumi, vanno sensibilizzati i cittadini contro i tentativi in atto di demonizzazione di un prodotto che fa parte a pieno titolo della Dieta mediterranea – ricorda Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia - considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di rosso o di bianco ai pasti i cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli. Se gli italiani continuano a far segnare record di longevità rispetto agli altri popoli un motivo ci sarà”.

“Il rischio paradossale di alcune politiche europee, come il tentativo di apporre sulle bottiglie delle etichette allarmistiche adottato in Irlanda, è – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – quello di trovare gli scaffali vino “bollato” con scritte terroristiche accanto a cibi e bevande ultraprocessate, che non hanno niente di naturale, ma che magari vantano bollini verdi e claim positivi, nonostante gli ormai sempre più evidenti e riconosciuti effetti dannosi sulla salute”.

Bene in questo scenario la riforma delle Indicazioni geografiche (IG) dopo due anni di negoziato, con un nuovo quadro giuridico che prevede una procedura semplificata per la registrazione con l’unificazione delle norme attualmente in vigore per i tre settori, alimentare, vino e alcolici. Riducendo i tempi si punta all’obiettivo di aumentare il numero di produttori del sistema Ig. E’ prevista poi una maggiore tutela delle Ig come ingrediente in un prodotto trasformato e in particolare on line. La protezione ex-officio varrà anche nei domini internet.

Viene riconosciuto il valore delle pratiche sostenibili (ambientale, economica e sociale) compreso il benessere animale. La sostenibilità diventa così un ulteriore elemento di valorizzazione delle Ig. Il provvedimento attribuisce maggiore potere ai gruppi di produttori Ig che possono anche istituire un sistema volontario finalizzato a rafforzare la posizione nella catena del valore. Introdotto l’obbligo di indicare nell’etichetta di una Dop o Igp del nome del produttore per garantire così la massima trasparenza ai consumatori.

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