16 Maggio 2021
MIGRANTI: COLDIRETTI PUGLIA, “ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA” AL MERCATO DI LECCE; IN DIFESA DI CHI LAVORA LA TERRA

“Abbiamo riso per una cosa seria” al Mercato di Lecce, dove gli agricoltori di Campagna Amica di Piazza Bottazzi, assieme ai volontari di Focsiv, hanno offerto pacchi di riso 100% italiano della Filiera degli agricoltori italiani per sostenere un unico grande progetto con 30 interventi diversi in 30 paesi di tre Continenti – Africa, America Latina e Asia – in difesa di chi lavora la terra. L’iniziativa è stata organizzata in occasione della 19° edizione della Campagna nazionale della Focsiv a favore dell'agricoltura familiare in Italia e nel mondo, insieme per il settimo anno a Coldiretti e Fondazione Campagna Amica.

Oltre il 70% di quanti sono vittime della fame nel mondo sono agricoltori a livello familiare, soprattutto piccoli produttori nel Sud del mondo, minacciati – denuncia Coldiretti Puglia - dalla distorsione nei sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti che favorisce l’accaparramento delle terre e provoca la fuga dalle campagne verso i Paesi più ricchi dove spesso li attendono la sofferenza, l’emarginazione e il rischio del caporalato.

"Il nostro modello di agricoltura familiare, al centro della Campagna ‘Abbiamo RISO per una cosa seria’, è una sfida su cui investire e da esportare ed è possibile grazie anche all'alleanza tra mondo agricolo ed una Federazione di volontariato come Focsiv. Con il loro lavoro gli imprenditori agricoli anche in provincia di Lecce hanno posto al centro la persona per costruire una agricoltura di straordinaria qualità con caratteri distintivi unici, con una varietà e un’articolazione che non ha uguali al mondo ma anche percorsi di accoglienza per i migranti", spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.

Un grande progetto che ha sostenuto in Italia il Villaggio solidale, realizzato insieme a Coldiretti in Puglia già nel 2016 proprio in provincia di Lecce, per dare ospitalità agli immigrati sottraendoli allo sfruttamento del caporalato, garantendo loro un regolare contratto di lavoro per la raccolta stagionale dei prodotti agricoli.

“L’apporto del lavoro straniero è pari circa a 1/4 del totale delle giornate di lavoro dichiarate dalle aziende – insiste il presidente Cantele - quindi, quasi un quarto dell’agricoltura è nelle mani degli stranieri in termini di contributo al lavoro. Sono i lavoratori stranieri che contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola italiana e rappresentano una componente indispensabile per garantire in molte aree del Paese i primati del Made in Italy alimentare, nostro vanto nel mondo”.

È, soprattutto, il loro impiego nei campi che, come hanno più volte sottolineato Coldiretti e FOCSIV, va salvaguardato da inquietanti fenomeni di sfruttamento del lavoro che umilia e piega la dignità degli uomini, gettando un'ombra su un settore che ha scelto la strada dell’etica e dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale.

Tutti insieme uniti per contrastare fenomeni, in Italia e nel resto del mondo, come il caporalato, il lavoro nero e la schiavitù di chi sottopaga i prodotti agricoli e il lavoro nei campi e provoca l’abbandono delle terre e il loro l’accaparramento da parte delle multinazionali e delle finanziarie. La pandemia ha aggravato una situazione che vede 34 milioni di persone in ben 30 Paesi entro giugno ad “un passo dal perdere la vita per la mancanza di cibo”: questo riporta ‘Hunger Hotspots’ lo studio, diffuso lo scorso marzo, della FAO e del World Food Programme.

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