23 Dicembre 2021
IL CESE PROMUOVE I PROVVEDIMENTI UE SU PRATICHE SLEALI E BIOLOGICO

Pratiche sleali e biologico: il Comitato economico sociale europeo (Cese) ha espresso pareri positivi su due distinti provvedimenti, il primo adottato da Bruxelles per rendere più equa la filiera e l’altro relativo all’obiettivo indicato di raggiungere il 25% della superficie agricola investita a coltivazioni bio entro il 2030. I due pareri sono stati entrambi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale Ue il 22 dicembre scorso.

Per il Cese la direttiva contro le pratiche sleali rappresenta un passo in avanti “nel porre rimedio agli squilibri di potere che si registrano lungo tutta la filiera”.

Il Cese ha dunque rinnovato la raccomandazione che agli operatori più deboli, e in particolare agli agricoltori, sia pagato un prezzo equo e giusto per garantire così redditi adeguati. Il Comitato ritiene che dovrebbe anche essere attutato un monitoraggio sulla distribuzione del valore lungo la filiera che oggi è sperequata. Secondo la Commissione infatti la quota del valore aggiunto è calata dal 31% del 1995 al 23,4% del 2015 (ultimo dato disponibile a livello europeo). Si raccomanda anche di allargare l’orizzonte superando le prescrizioni minime della direttiva. Inoltre nel parere viene espressa la critica sulla mancata armonizzazione che avrebbe evitato l il rischio di frammentazione del mercato.

Il Cese ha dunque invitato tutti gli Stati membri a mettersi in regola perché oggi gli squilibri di potere nella filiera mettono a dura prova i redditi degli agricoltori e i salari, penalizzando così gli investimenti delle piccole e medie imprese del settore alimentare, ma mettendo anche in difficoltà i piccoli esercizi commerciali.

Per il Cese dunque la promozione di pratiche commerciali più eque dovrebbe rientrare in una politica alimentare e commerciale globale dell’Unione europea. Il Comitato ricorda che entro il 2025 la Commissione europea presenterà una valutazione sull’efficacia della direttiva.

Per quanto riguarda l’altro dossier importante, relativo alle produzioni biologiche, il Cese giudica ambizioso l’obiettivo fissato da Bruxelles, ma raccomanda, vista la diversità delle situazioni di partenza nei vari paesi dell’Ue, di istituire una sorta di «meccanismo di gemellaggio» per facilitare lo scambio di esperienze tra gli Stati membri. E invita gli stessi a coinvolgere i portatori di interesse ad elaborare piani di azione nazionali e regionali per sfruttare tutte le opportunità offerte della Pac. L’obiettivo è di puntare su prodotti bio stagionali e caratterizzati da circuiti più brevi e locali. E per questo il suggerimento è di destinare risorse alla ricerca e innovazione per il settore.

Il Comitato ricorda poi che il piano di azione della Commissione fa leva su tre priorità: stimolare la domanda, favorire la riconversione e migliorare il contributo dell’agricoltura bio alla sostenibilità. E per questo ci sono 23 misure a cui dovrebbero essere destinate più fonti di finanziamento. Incentivi rilevanti sono previsti anche per la promozione.

Si tratta di un settore su cui punta molto la Coldiretti che per questo ha rilanciato la richiesta di condurre al traguardo la legge nazionale che offre garanzie per la tutela del made in Italy bio e che dopo l’approvazione al Senato è ancora ferma alla Camera.

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