10 Maggio 2021
CRIMINALITÀ: COLDIRETTI LECCE, VILE FURTO DI NUOVI ULIVI RESISTENTI ALLA XYLELLA A LECCE; COSÌ SI INFRANGE IL SOGNO DEI GIOVANI AGRICOLTORI DI RICOMINCIARE A LAVORARE E PRODURRE

Con l’emergenza Covid è cresciuto il fenomeno della micro e macro criminalità nelle campagne, con il moltiplicarsi a Lecce dei furti delle piante di ulivo appena piantumate, un vile atto che stronca i sogni dei giovani agricoltori di ricominciare a lavorare e produrre dopo il disastro ambientale, paesaggistico e produttivo causato dalla Xylella fastidiosa. E’ quanto denuncia Coldiretti Lecce, che segnala l’ennesimo furto di oltre 200 piante di ulivo resistenti alla Xylella a Vernole, nell’azienda agricola di un giovane agricoltore che stamani ha fatto la triste scoperta, con un bilancio ancora da calcolare esattamente.

“Il fenomeno della criminalità nelle campagne non lascia scampo neppure all’area infetta da Xylella con l’aumento di casi segnalati di furti di piante di ulivo Favolosa e Leccino appena piantumate che spariscono nottetempo per mano di ignoti. Sono atti vergognosi e inaccettabili che vanno fermati con ogni mezzo, anche con l’intervento dell’Esercito”, afferma Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.

In provincia di Lecce gli olivicoltori, dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia – insiste Coldiretti - stanno timidamente iniziando a reimpiantare e c’è chi vigliaccamente toglie nuovamente una speranza di futuro alle imprese agricole, rubando le piante di ulivo appena piantumate.

“Saranno le forze dell’ordine a fare le opportune indagini – aggiunge il presidente Cantele – ma è immaginabile che le piante rubate siano destinate al mercato parallelo delle piante resistenti che sarà sempre più appetibile perché si alimenterà in maniera direttamente proporzionale alla crescita dei reimpianti”.

Altrettanto a rischio è il settore viticolo, con bande organizzate che rubano barbatelle appena messe a dimora nell’area a nord di Lecce, teste degli idranti dei pozzi artesiani spariti a Salice Salentino e a Guagnano – conclude Coldiretti Lecce - i pali di ferro dai terreni e le corone, oltre a tagliare i cavi delle spalliere con gravissimi danni ai vigneti.

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