La crisi del turismo non risparmia neppure la Puglia con 800mila vacanzieri in meno, 3mila aziende chiuse e circa 7 mila posti di lavoro persi, con una lenta ripresa delle prenotazioni degli italiani verso le alternative più gettonate, il mare e la campagna con gli agriturismi che garantiscono distanze di sicurezza in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto, a tavola e con ampi spazi all’aperto, luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia su dati Assohotel, con le rilevazioni di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti, che fotografano una ripresa delle prenotazioni a luglio e ad agosto negli agriturismi.
“La ripresa è lenta e progressiva sia della ristorazione che degli alloggi in agriturismo. E’ stato colpito un settore che stava registrando in Puglia una crescita a due cifre con il 16,5% di aumento del numero degli agriturismi in Puglia e 850.000 presenze annue. All’appello mancano i turisti stranieri, soprattutto l’importante fetta dei vacanzieri statunitensi, ma anche inglesi, francesi e tedeschi”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
L’attività agrituristica è stata tra le più colpite dall’emergenza Covid–19, è stata la prima a risentire del blocco delle attività – aggiunge Coldiretti Puglia – ed è stata azzerata per quasi 3 mesi con un conto salato pari a 300 milioni di euro a carico del sistema turistico pugliese con lo stop agli spostamenti causati dall’emergenza sanitaria.
“Nonostante la crisi, l’agriturismo risulta escluso sia dalla pianificazione agricola che turistica che dai tavoli di confronto istituzionali a livello regionale, mentre ci si appropria sempre con facilità dell’identità agricola e del patrimonio rurale del nostro territorio, per fare comunicazione istituzionale e marketing turistico. Ma gli oneri di cura di questo territorio rimangono in capo agli agricoltori, troppo spesso abbandonati ad affrontare da soli sfide enormi come Xylella, siccità, cambiamenti climatici e da ultimo anche il Covid”, tuona Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia.
“L'agriturismo e lo sviluppo multifunzionale delle aziende agricole sono oggi fuori da qualsivoglia strategia regionale, ivi incluse – insiste il presidente De Miccolis - quelle a sostegno del settore turistico per emergenza Covid, così come sono al palo le misure del PSR dedicate. Gli indennizzi per calo di fatturato previsti per il solo mese di aprile sono solo un placebo, cosi come non mancano difficoltà per accedere al credito. Gli ammortizzatori sociali sono ormai insufficienti per entità e tempistica a dare respiro alle tante famiglie che hanno vissuto tre mesi di inoccupazione. In compenso sono aumentati burocrazia ed adempimenti, tanto che alcuni operatori del settore, presi dallo sconforto e dalla paura di sanzioni, stanno valutando se valga la pena riaprire, eventualità che avrebbe effetti disastrosi sull’occupazione”, conclude il presidente De Miccolis.
Ignorare il ruolo fondamentale dell’agriturismo per lo sviluppo del territorio pugliese è inaccettabile per Coldiretti e Terranostra Puglia che tornano a chiedere interventi celeri per un settore che soffre e che ormai non può più attendere i tempi della politica e della burocrazia.