Si svuotano progressivamente gli invasi in Puglia, con un pericoloso effetto in prospettiva nel periodo estivo, dove la disponibilità di acqua negli invasi risulta addirittura dimezzata in 12 mesi con circa 140 milioni di metri cubi, contro i 280 di un anno fa, secondo un’analisi di Coldiretti Puglia sulla base degli ultimi dati dell’Osservatorio Anbi. Mancano ad oggi 138 milioni di metri cubi d’acqua solo nei 4 invasi della provincia di Foggia relativi ai 2 comprensori del Fortore e dell’Osento, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La diminuzione è stata costante, mitigata solo parzialmente dalla sporadiche piogge torrenziali che hanno un effetto disastroso sui campi, insiste Coldiretti Puglia.
“La sostanziale assenza di piogge è aggravata – denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - dalle reti colabrodo che fanno perdere 1 litro di acqua su 2. Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l'acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n'è poca. Gli agricoltori stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico", insiste il presidente Muraglia.
“Le aree pugliesi esposte al rischio desertificazione sono pari al 57% - aggiunge Muraglia – e il conto pagato dall’agricoltura, soggetta ai cambiamenti climatici e alla siccità è salato. Il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo, con bruschi crolli o innalzamenti delle temperature, sono all’ordine del giorno e arrecano danni gravi alle colture nelle aree più colpite dal clima pazzo”.
L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con una perdita in Puglia di oltre 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali.