L’Italia rischia di finire in infrazione per mancata protezione della biodiversità. La Commissione Ue sta adottando, infatti, misure legali contro 15 Stati, tra i quali l’Italia, perché non hanno messo in campo azioni di prevenzione per la gestione delle piante esotiche invasive. Lo annuncia la Commissione Ue in una nota del 9 febbraio. Secondo il regolamento 1143 del 2014 entro il 2019 i Paesi Ue avrebbero dovuto inviare a Bruxelles i piani di azione per contrastare specie invasive che provocano danni all’ambiente e alla salute. La Commissione sottolinea che le specie aliene sono tra le cinque principali cause di perdita di biodiversità in Europa e nel mondo. Si tratta, spiega la nota, di “ piante e animali che vengono introdotti accidentalmente o deliberatamente a seguito dell'intervento umano in un ambiente naturale dove normalmente non si trovano. Rappresentano una grave minaccia per le piante e gli animali autoctoni in Europa, causando un danno stimato di 12 miliardi all’anno per l’economia europea”. Secondo la Ue bisogna per questo gestire i percorsi attraverso i quali tali specie entrano nei paesi, dai sedimenti delle navi alle attrezzature da pesca, dai parassiti su piante o legname ai contenitori utilizzati nel commercio internazionale. Il regolamento 1143/2014 su cui è scattata l’infrazione per l’Italia e che è entrato in vigore il 1° gennaio del 2015 si concentra su 66 specie (a fronte delle 12mila nell’ambiente europeo di cui il 10/15% invasive), per esempio per le piante il giacinto d'acqua e per gli animali il calabrone asiatico o il procione, che rappresentano un rischio a livello europeo. Gli Stati membri dunque sono obbligati ad adottare misure per impedire l’introduzione di tali specie e per eradicarle nella fase iniziale , perché “l’azione preventiva – sostiene la Commissione europea- è un investimento essenziale poiché è molto più efficace ed economico prevenire l'introduzione di specie invasive piuttosto che affrontare e mitigare i danni una volta diffusi”. La Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora su tale questione a 18 Stati membri nel giugno 2021 e le risposte di 15 Stati membri non sono state ritenute soddisfacenti. Da qui la decisione di emettere pareri motivati. I paesi hanno due mesi per rispondere e prendere le misure necessarie, altrimenti potranno essere deferiti alla Corte di giustizia. |
11 Febbraio 2022
Protezione della biodiversità: Italia a rischio infrazione Ue sul controllo delle specie invasive